Villa Irlanda Grand Hotel

Il Convento

Nel 1930, l’ordine religioso “Pontificio Collegio Irlandese”, cominciò la costruzione del fabbricato denominato “Il Convento” e trasformò quella che fu la proprietà residenziale del Conte russo Stembock in un luogo per il ritiro e l’istruzione dei preti novizi. Allo scoppio dell’ultimo conflitto mondiale gli irlandesi, che si accingevano all’ultimazione del fabbricato già in parte utilizzato, dovettero abbandonare l’area. I fabbricati, inizialmente occupati dal comando tedesco del 274° Reg. Gran. e da un ospedale militare, sul finire delle ostilità, furono semi distrutti dalle forze di liberazione. Finita la guerra, i preti Irlandesi ritornarono a frequentare quelli che furono gli splendidi edifici circondati dai  meravigliosi giardini che tanto stimolavano la loro concentrazione  e frequentarono questi luoghi fino agli anni 1960 solamente nei periodi primaverili ed estivi cercando di ripristinare ciò che la guerra aveva distrutto.  Successivamente, per oltre un ventennio, i luoghi e gli edifici furono lasciati in un grave stato di abbandono prima di essere ceduti alla famiglia che, fortemente, ne volle la riqualificazione trasformandoli in struttura ricettiva.

Gli interventi di restauro che ne seguirono portarono alla luce le pitture murali sulle pareti interne dell’ex chiesa dedicata a S. Patrizio oggi chiamata “Sala del Ciborio”. I dipinti che furono eseguiti dagli studenti religiosi in ritiro, hanno significati allegorici: i pavoni, raffigurati sulla parte superiore del Ciborio e nei riquadri delle pareti laterali, alludono alla immortalità dell’anima; il tralcio di vite, al ramificarsi della religione cristiana; le lettere Alfa ed Omega pendenti dalle croci celtiche, simboleggiano l’inizio e la fine della vita terrena; le tredici pecorelle sulla balaustra dell’ex coro, sono il Cristo Redentore con i dodici apostoli; le croci uncinate dipinte al di sotto della copertura in legno, sebbene originariamente usate nella simbologia pagana dell’antica civiltà della Mesopotamia, quando il loro opposto senso rotatorio indicava il lato dove il sole sorgeva o tramontava, in questo contesto religioso sono croci che convergono verso l’immagine di un’ancora simbolo della salvezza dell’ anima.

Al piano terra del fabbricato, le opere di restauro consistenti nel rifacimento della copertura in legno della cappella; nella posa in opera di pavimenti in marmo pregiato; nella costruzione di arcate all’interno dell’ex refettorio; nella delimitazione del vecchio coro e degli spazi cucina con pareti abilmente modellate, hanno creato ambienti suggestivi e ricchi di fascino. Per merito dei nuovi arredamenti, le sale a piano terra possono ospitare banchetti nuziali, ricevimenti, concerti e meetings. Al primo piano, dove erano gli alloggi degli allievi, ora sono una sala riunione attrezzata per trenta persone e tredici camere con vista panoramica o sul Golfo di Gaeta oppure sulla campagna ed il boschetto mediterraneo.

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